Per il presidente della Cei Bagnasco ci sono “valori non negoziabili” che devono guidare l’azione dell’uomo, specie quando si trova nell’urna a segnare una crocetta con la matita.
Mentre una parte della destra Pidiellina spera che l’appello attecchisca in particolar modo nel Lazio, dove la Polverini depotenziata dal pasticcio liste gareggia contro l’abortista Bonino, Fini si smarca dall’appello pre-urne del cardinale in maniera abbastanza audace attraverso le pagine della rivista della sua fondazione FareFuturo.
“… Non sarebbe giusto, non sarebbe lungimirante, non sarebbe rispettoso della complessità dell’Italia reale. Che invece ha bisogno di un grande partito fatto di credenti e di non credenti, di laici e di fedeli, di atei e di cattolici …”
Insomma, se per un verso Fini lavora per darsi un tono da maturo statista laico, probabilmente ha anche intuito che lanciare un messaggio elettorale del tipo “votare Pdl è votare contro l’aborto” potrebbe essere un autogol clamoroso per il centrodestra.