Le belle parole di Fini, applauditissimo qualche sera addietro a "Che tempo che fa", lasciavano chiaramente intendere che si sarebbe opposto all'intenzione di Berlusconi di far approvare una legge per salvarsi dai processi.
E invece, ecco il ddl sulla prescrizione breve, con tanto di silenzio di piombo del presidente della Camera.
Il fatto è che Fini ancora non è pronto allo strappo. Se si andasse alle urne non avrebbe il tempo e i numeri per costruire un consenso che lo incoroni come l'erede di Silvio.
Probabilmente preferisce aspettare, e lasciare che il cavaliere si corroda da solo. Peccato che i gioco c'è l'intero Paese.
Non c'è da indignarsi. Anche perché l'indignazione, se rimane senza sfogo, diventa irrimediabilmente un sentimento alienante.
venerdì 13 novembre 2009
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