Le belle parole di Fini, applauditissimo qualche sera addietro a "Che tempo che fa", lasciavano chiaramente intendere che si sarebbe opposto all'intenzione di Berlusconi di far approvare una legge per salvarsi dai processi.E invece, ecco il ddl sulla prescrizione breve, con tanto di silenzio di piombo del presidente della Camera.
Il fatto è che Fini ancora non è pronto allo strappo. Se si andasse alle urne non avrebbe il tempo e i numeri per costruire un consenso che lo incoroni come l'erede di Silvio.
Probabilmente preferisce aspettare, e lasciare che il cavaliere si corroda da solo. Peccato che i gioco c'è l'intero Paese.
Non c'è da indignarsi. Anche perché l'indignazione, se rimane senza sfogo, diventa irrimediabilmente un sentimento alienante.
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