lunedì 16 novembre 2009

Chi sovvenziona il giornalismo?

Da quando esiste, la stampa è stata sempre sovvenzionata da qualcosa o da qualcuno.

Vale a dire che l'informazione non è stata mai pagata e sostenuta interamente da coloro che sono i destinatari e gli "utilizzatori" delle informazioni

E questo chiaramente influenza, in diversa misura, la produzione delle notizie e il loro contenuto.

Jay Rosen, professore di giornalismo all'università di New York ha pubblicato sul suo blog una interessante lista di chi può sovvenzionare il giornalismo.

La lista, tradotta in italiano e commentata, è a cura di Mario Tedeschini che in un suo post ha trattato l'argomento.
  1. Governo, tramite prelievo fiscale generale, come accade tra l’altro in Francia e in Italia.
  2. Tasse di scopo. Come il canone tv o sovrapprezzo per la connessione
  3. Interessi politici.
  4. Filantropia.
  5. Ricchi egoisti. Come Mort Zuckerman che fu proprietario della rivisttaThe Atlantic dal 1980 al 1999.
  6. Inserzionisti pubblicitari. I quali - ricorda - non hanno mai avuto intenzione di sovenzionare i corrispondenti da Baghdad, ma erano costretti a farlo.
  7. Spettacolo. Come le grandi reti tv che pagano i telegiornali con le altre entrate.
  8. L’informazione soft (viaggi, moda, ecc.) può sovvenzionare l’informazione hard (politica estera, reportage investigativi ecc.)
  9. Affari e imprese diverse che non c’entrano nulla con l’informazione
  10. Affari e imprese diverse che hanno un qualche rapporto con l’informazione giornalstica, come i dati finanziari forniti da Bloomberg o Thomson Reuters che sovvenzionano .
  11. Affari e imprese che emanano dal contenuto editoriale (spin off). Come il blogger che è pagato per partecipare a conferenze e dibattiti, perché scrive sul suo blog e così rende possibile il blog stesso.
  12. Istituti di formazione, come le università.
  13. Organizzazioni non governative (ONG).
  14. Sposi o compagni di vita che guadagnano molto.
  15. Eventi live che sfruttino il contenuto/le personalità della testata.
  16. E-commerce.
  17. Gli utenti più appassionati. Come per il finanziamento delle reti pubbliche radio-televisive in America.
  18. Premium memberships: in cambio di contenuti o funzionalità “superiori” una parte del pubblico sovvenziona il resto.

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