
Vale a dire che l'informazione non è stata mai pagata e sostenuta interamente da coloro che sono i destinatari e gli "utilizzatori" delle informazioni
E questo chiaramente influenza, in diversa misura, la produzione delle notizie e il loro contenuto.
Jay Rosen, professore di giornalismo all'università di New York ha pubblicato sul suo blog una interessante lista di chi può sovvenzionare il giornalismo.
La lista, tradotta in italiano e commentata, è a cura di Mario Tedeschini che in un suo post ha trattato l'argomento.
- Governo, tramite prelievo fiscale generale, come accade tra l’altro in Francia e in Italia.
- Tasse di scopo. Come il canone tv o sovrapprezzo per la connessione
- Interessi politici.
- Filantropia.
- Ricchi egoisti. Come Mort Zuckerman che fu proprietario della rivisttaThe Atlantic dal 1980 al 1999.
- Inserzionisti pubblicitari. I quali - ricorda - non hanno mai avuto intenzione di sovenzionare i corrispondenti da Baghdad, ma erano costretti a farlo.
- Spettacolo. Come le grandi reti tv che pagano i telegiornali con le altre entrate.
- L’informazione soft (viaggi, moda, ecc.) può sovvenzionare l’informazione hard (politica estera, reportage investigativi ecc.)
- Affari e imprese diverse che non c’entrano nulla con l’informazione
- Affari e imprese diverse che hanno un qualche rapporto con l’informazione giornalstica, come i dati finanziari forniti da Bloomberg o Thomson Reuters che sovvenzionano .
- Affari e imprese che emanano dal contenuto editoriale (spin off). Come il blogger che è pagato per partecipare a conferenze e dibattiti, perché scrive sul suo blog e così rende possibile il blog stesso.
- Istituti di formazione, come le università.
- Organizzazioni non governative (ONG).
- Sposi o compagni di vita che guadagnano molto.
- Eventi live che sfruttino il contenuto/le personalità della testata.
- E-commerce.
- Gli utenti più appassionati. Come per il finanziamento delle reti pubbliche radio-televisive in America.
- Premium memberships: in cambio di contenuti o funzionalità “superiori” una parte del pubblico sovvenziona il resto.
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