martedì 5 gennaio 2010

Botti di inizio anno a Reggio Calabria.

image I boss della ‘ndrangheta sono nervosi.

I PROCESSI CONTRO LE COSCHE- La procura generale di Reggio Calabria guidata da Salvatore Di Landro a breve si occuperà di alcuni processi d’appello scottanti: omicidio Fortugno, strage di Duisburg e infiltrazioni mafiose negli appalti per l’autostrada Salerno Reggio. Processi che in primo grado si sono conclusi con numerosi ergastoli e condanne pesantissime per gli uomini delle ndrine calabresi.

LA REAZIONE DELLE NDRINE - La bomba fatta esplodere al palazzo della Procura Generale di Reggio Calabria è un segnale di minaccia, ma che denota anche timore e nervosismo da parte delle cosche.

Per Gasparri l’attentato di Reggio Calabria rappresenta “la conferma che le cosche non sopportano la NOSTRA azione di contrasto alla criminalità”.

Ma purtroppo il teorema non regge.

Quasi banale ricordare che le operazioni contro la ‘ndrangheta sono state condotte dai magistrati e dalle forze dell’ordine. Non dal governo.

Anzi c’è chi, come il Pm di Palermo Antonino Di Matteo, fa notare che «i provvedimenti governativi, alcuni già approvati e altri in discussione, potrebbero favorire il ricompattamento di Cosa nostra»

Il riferimento più evidente è allo scudo fiscale e al disegno di legge per limitare le intercettazioni.

Potete leggere l’intervista completa al magistrato palermitano sul sito di Terra.

1 commento:

  1. La bomba più che essere segnale di nervosismo è paurà...come un cane mooolto feroce che è minacciato, morde perchè ha paura di essere accalapiato, comunque che il governo abbia promulgato leggi che ricompattino la mafia o meno non è il problema primario. Il dubbio che mi sorge spontano è la campagna anti-giudice (comunista) che: "infesta" l'italia, che fa il bello e cattivo tempo, che per colpa sua siamo conciati così*. In somma in un paese in cui il governo è diffamatorio nei confronti di chi difende l'attuarsi della legge e della costituzione è per definizione criminale o mafioso.
    *fonte: gente per strada, purtroppo

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