
Il presidente della Camera Fini è una persona di esperienza e di indiscussa sottigliezza. Pare quindi difficile credere che quello che è successo sia solo frutto di una sbadataggine.
Alcuni dettagli che emergono dalle immagini diffuse fanno ulteriormente riflettere.
IL MICROFONO SUL TAVOLO - Da come si può chiaramente vedere dal video, a pochi centimetri da Fini e dal procuratore Trifuoggi è posizionato un microfono.
E, come è evidente, non si tratta di un microfono “interno”, ad utilizzo dei partecipanti del convegno, bensì di un grosso microfono a “gelato” wireless, di quelli utilizzati dai giornalisti delle radio e delle tv, e lo si capisce dall’inconfondibile triangolo applicato sul microfono, sul quale solitamente è impresso il logo dell’emittente.
E’ poco verosimile che il presidente Fini non l’abbia notato, visto che era proprio di fronte a lui.
FINI SAPEVA CHE IL MICROFONO ERA ACCESO? – E’ ancora meno credibile l’ipotesi che Fini non sapesse che un microfono lasciato sul tavolo è quasi sicuramente sempre acceso a registrare, visto che il suo compito è unicamente quello di raccogliere dichiarazioni.
Quindi le affermazioni che Fini potrebbe aver voluto lasciare trapelare – che tra l’altro nella sostanza non sono una novità – potrebbero rappresentare l’ennesima tappa del percorso di “differenziazione” dell’ex An dalle posizioni del Cavaliere.
L’EFFETTO MEDIATICO - Il modo in cui tali posizioni giungono al grande pubblico, in stile “Striscia la Notizia”, danno ancora più visibilità all’evento, che assume un contorno quasi “gossipparo”. Allo stesso tempo Fini viene scagionato dall’accusa di volere attaccare frontalmente e “ufficialmente” il premier, in quanto le frasi assumono la forma di discorso privato e confidenziale.
In definitiva, l’episodio sembrerebbe assegnare un punto a favore del presidente della Camera nella partita Fini-Berlusconi.